Un vecchio ed abusato luogo comune ci ha insegnato, fin da piccoli, che non ci son più le mezze stagioni e che non appena si rientra dalle ferie d’agosto ci si ritrova, chissà come, a preparare gli addobbi per le feste di Natale.
Per nostra fortuna, però, c’è sempre il Governo che ci ricorda dell’obbligato passaggio attraverso l’autunno, grazie alla promulgazione del cosiddetto “Decreto Fiscale”, ossia di quel pacchetto di “misure urgenti in materia economica e fiscale” che, con i canonici sessanta giorni (circa) di anticipo sull’approvazione della legge finanziaria di fine anno, è divenuto ormai una vera e propria consuetudine italiana della seconda metà di ottobre.
Per quest’anno, nella Gazzetta Ufficiale n. 252 SG del 21 ottobre, è stato pubblicato il Decreto Legge n. 146/2021, il quale – senza introdurre eclatanti novità sotto il profilo esattoriale – pare essersi più che altro “allineato” ai numerosi strumenti emergenziali già in precedenza introdotti, per favorire – o, quantomeno, non ostacolare ulteriormente – la già difficile ripresa economica che attività, cittadini ed imprese si trovano a dover affrontare dopo il passaggio dello tsunami Covid-19 (passaggio, peraltro, non ancora del tutto superato, sebbene la campagna vaccinale proceda molto meglio qui da noi che in tanti altri paesi europei).
Tra le novità di più spiccato interesse, relativamente ai temi che abitualmente trattiamo su questi spazi, segnaliamo innanzitutto la maxi-rimessione in termini per tutti coloro che non fossero riusciti – nel periodo della pandemia – ad onorare le scadenze di Rottamazione-ter e Saldo e Stralcio scadenti nel 2020 e nel 2021.
Entro il 30 novembre 2021 (e dunque, in forza dei “soliti” 5 giorni di tolleranza, entro lunedì 6 dicembre), potranno infatti essere integralmente versate, qualora non pagate in precedenza:
– le rate della “Rottamazione-ter” scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020 ed il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2021; nonché
– le rate del “Saldo e Stralcio” scadute il 31 marzo, 31 luglio del 2020 e 31 marzo, 31 luglio del 2021.
Inoltre, anche al di là della vera e propria rimessione in termini prevista per Rottamazione-ter e Saldo&stralcio, il Decreto Fiscale prevede altre novità di rilevante interesse pratico, per chi si trova a dover fronteggiare gli esattori dell’Agenzia della Riscossione:
* innanzitutto, è stato prolungato fino a 150 giorni dalla notifica (rispetto ai 60 giorni ordinariamente previsti), il termine per il pagamento senza applicazione di interessi di mora delle cartelle notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021. Prima di detto termine, quindi (ma solo per le cartelle di più recente notifica) l’Agente della riscossione non potrà procedere all’azione esecutiva (con pignoramenti, fermi amministrativi, iscrizioni ipotecarie, ecc.);
* inoltre, per le rateizzazioni che erano già in essere antecedentemente all’8 marzo 2020 (ossia, quelle che erano state richieste prima della sospensione delle attività riscossive dovuta alla pandemia), è stata prevista l’estensione da 10 a 18 del numero di rate anche non consecutive il cui omesso pagamento comporta la decadenza dalla rateazione medesima.
Salutate con ovvio favore queste misure che, comunque, consentiranno ai contribuenti in difficoltà con l’Esattoria di avere, quantomeno, un po’ più di respiro nell’organizzazione dei propri impegni finanziari, non va negato che chi aspettava con trepidazione l’annuncio dell’ormai “mitica” Rottamazione-quater è rimasto, ancora una volta, deluso.
Se da un lato, infatti, quello dell’ennesima Definizione Agevolata – nelle varie forme che essa potrà poi assumere in concreto – è un tema di cui a cicli periodici si torna a parlare con una certa insistenza (sia negli ambienti politici che in quelli amministrativi), a parere di chi scrive lo scenario generale è, al momento, ancora prematuro perché una misura simile possa risultare veramente efficace, sia per i contribuenti (che pagherebbero importi sostenibili per le proprie capacità di reddito), sia per la stessa Riscossione (che incasserebbe soldi veri, anziché continuare ad appostare a bilancio crediti “teorici” che però, in concreto, rischierebbe seriamente di non riuscire a incassare mai).
Dall’altro lato, quello del “magazzino” della Riscossione (contenente non solo i milioni di atti arretrati che erano già in carico prima della pandemia, ma anche tutti quelli ulteriori che, nel 2020-21, non sono stati notificati per espresso divieto imposto dalla legislazione emergenziale) è un problema strettamente pratico che rischia di gravare come un macigno sulla corretta ed efficace gestione delle attività riscossive; non può quindi escludersi – e riteniamo, anzi, probabile – che in un futuro neanche troppo remoto quello di ricorrere ad un massivo “svuotamento” dei ruoli esattoriali, offrendone la definizione ad importi agevolati, potrebbe essere una soluzione quasi obbligata per evitare che l’Agenzia della Riscossione finisca letteralmente per implodere sotto il peso dei suoi stessi carichi.
Il recente esito delle elezioni amministrative, che ha registrato un netto passo indietro degli schieramenti che vedono tradizionalmente in modo più favorevole gli strumenti agevolativi di questo tipo, ha paradossalmente innescato, anche in vista delle prossime elezioni politiche nazionali del 2023, l’effetto “rilancio”, per cui quelle stesse formazioni – anche per recuperare appeal presso il proprio stesso elettorato – montano in sella al cavallo “sicuro” costituito dalla promessa di una diminuzione della stretta esattoriale.
Si tratterà poi di vedere, tenuto conto degli stringenti impegni post-pandemia del Presidente del Consiglio e dell’ormai imminente avvio della corsa per la nomina del nuovo Capo dello Stato quanti e quali spazi potrà trovare, nelle agende della politica, l’introduzione di un nuovo mega-condono.
Studio Legale LFA